martedì 13 dicembre 2016
domenica 17 luglio 2016
ARGINARE LA FOLLIA OMICIDA
Ha un volto il camion di Nizza su cui puntano i nostri occhi. E' il volto dell'orrore.
Non ci sono parole per descrivere lo stato di dolore e di sbigottimento di fronte a tanta ferocia, alla forza del male che vuole distruggere, che ruba la vita, che calpesta ciò che più è sacro.
Nella sua massa porta i segni di chi ha voluto fermarlo; ora giace immobile e muto, ignaro della gravità di ciò che ha compiuto.
Sembra non esserci risposta alle domande che si riassumono in un semplice "perché?".
Eppure qualcosa ci dice che un bandolo della aggrovigliata matassa ci deve pur essere.
Qualcosa è saltato, da tempo ormai si è innescato un processo perverso in cui nessuno si riconosce, ma che pure ci appartiene.
Giovani sbandati che diventano prede, bombe da scagliare contro innocenti, guidati da organizzazioni perverse.
Giovani ormai persi che cercano un riscatto. Con insensati gesti ricercano il senso del loro esistere.
Usano la morte quasi a voler segnare la loro vita.
E' forse da lì che occorre ricominciare: dal senso della vita che non riusciamo più ad affermare.
Troppi i soli, i depressi, gli scoraggiati, gli emarginati, i rancorosi, i disperati, gli sbandati, i violenti.
Ancor prima del rispetto, manca il riconoscimento dell'altro, il senso di reciprocità.
Ascolto, accoglienza, accettazione, amore sono all'inizio dell'alfabeto. In una società che ha dimenticato il valore intrinseco della vita, della formazione, della cultura, sembra non esistere più l'A,B,C dell'esistenza: semplici regole da cui poter ripartire.
Rimaniamo così in silenzioso rispetto per le vittime, i familiari, per tutti quelli che ora sono sopraffatti dal dolore. Ci uniamo a loro e diciamo che noi vogliamo credere in un mondo diverso, che noi continueremo ad operare per portare il nostro piccolo contributo affinché, insieme, si costruisca un mondo migliore.
Lo dobbiamo a tutti quelli che hanno perso la vita e a chi profondamente segnato dovrà riprendere il proprio cammino.
Solo insieme, unendo le forze, potremo portare un'energia nuova e costruire un nuovo mondo.
Noi dell'Aisu ne siamo convinti.
Non ci sono parole per descrivere lo stato di dolore e di sbigottimento di fronte a tanta ferocia, alla forza del male che vuole distruggere, che ruba la vita, che calpesta ciò che più è sacro.
Nella sua massa porta i segni di chi ha voluto fermarlo; ora giace immobile e muto, ignaro della gravità di ciò che ha compiuto.
Sembra non esserci risposta alle domande che si riassumono in un semplice "perché?".
Eppure qualcosa ci dice che un bandolo della aggrovigliata matassa ci deve pur essere.
Qualcosa è saltato, da tempo ormai si è innescato un processo perverso in cui nessuno si riconosce, ma che pure ci appartiene.
Giovani sbandati che diventano prede, bombe da scagliare contro innocenti, guidati da organizzazioni perverse.
Giovani ormai persi che cercano un riscatto. Con insensati gesti ricercano il senso del loro esistere.
Usano la morte quasi a voler segnare la loro vita.
E' forse da lì che occorre ricominciare: dal senso della vita che non riusciamo più ad affermare.
Troppi i soli, i depressi, gli scoraggiati, gli emarginati, i rancorosi, i disperati, gli sbandati, i violenti.
Ancor prima del rispetto, manca il riconoscimento dell'altro, il senso di reciprocità.
Ascolto, accoglienza, accettazione, amore sono all'inizio dell'alfabeto. In una società che ha dimenticato il valore intrinseco della vita, della formazione, della cultura, sembra non esistere più l'A,B,C dell'esistenza: semplici regole da cui poter ripartire.
Rimaniamo così in silenzioso rispetto per le vittime, i familiari, per tutti quelli che ora sono sopraffatti dal dolore. Ci uniamo a loro e diciamo che noi vogliamo credere in un mondo diverso, che noi continueremo ad operare per portare il nostro piccolo contributo affinché, insieme, si costruisca un mondo migliore.
Lo dobbiamo a tutti quelli che hanno perso la vita e a chi profondamente segnato dovrà riprendere il proprio cammino.
Solo insieme, unendo le forze, potremo portare un'energia nuova e costruire un nuovo mondo.
Noi dell'Aisu ne siamo convinti.
venerdì 17 giugno 2016
LIBERIA : arrivati i letti all'ospedale
Giunta a buon fine "l'operazione letti"per l'Ospedale di Monrovia in Liberia.
Siamo felici di ricevere le foto dei nostri amici liberiani intenti a montare i letti acquistati anche con il nostro contributo, seppur modesto.
Ci auguriamo che l'amicizia iniziata lo scorso autunno possa continuare nel futuro.
domenica 20 marzo 2016
GIAMAICA NO PROBLEM? NO: GIAMAICA KNOWS PROBLEMS !
In volo per sbircirare tra le isole dei Caraibi.
Destinazione Giamaica, terra di contrasti
dal cielo blu a quello plumbeo - dal sole pieno ad acquazzoni improvvisi - dalla gioia di vivere alla tristezza per le condizioni di povertà - dalla rabbia antica alla più gioviale accoglienza.
Il tutto con un sottofondo musicale a cui non si può resistere.
Abbiamo incontrato Simona che ha scelto questa terra e ne parla con la tenerezza di madre.
Socia Aisu ci aiuterà a scoprire la cultura di questa terra.
Destinazione Giamaica, terra di contrasti
dal cielo blu a quello plumbeo - dal sole pieno ad acquazzoni improvvisi - dalla gioia di vivere alla tristezza per le condizioni di povertà - dalla rabbia antica alla più gioviale accoglienza.
Il tutto con un sottofondo musicale a cui non si può resistere.
Abbiamo incontrato Simona che ha scelto questa terra e ne parla con la tenerezza di madre.
Socia Aisu ci aiuterà a scoprire la cultura di questa terra.
mercoledì 16 marzo 2016
GIAMAICA NON PROBLEM ?... NO : "KNOWS PROBLEMS" !
GIAMAICA NON PROBLEM ?... NO : "KNOWS PROBLEMS" !
Per molti parlare di Giamaica significa andare con il pensiero a una natura ancora incontaminata, a un mare trasparente e caldo dai colori che variano sulla gamma dell'azzurro e blu, oppura alla musica e alla proverbiale allegria del suo popolo.
Ma è davvero così?
Siamo andati a trovarli e abbiamo incontrato i loro drammi e la loro voglia di rispetto e dignità.
Abbiamo parlato con loro di sviluppo umano e si sono commossi, stringendo con noi una amicizia che sembra nata da vecchia data.
Abbiamo capito da loro che la cosa importante è avere sempre lo sguardo rivolto verso il cielo, mentre si cammina saldi con i piedi piantati a terra.
Un po' alla volta vorremmo tracciare qui qualche spunto di riflessione. Così, tanto per non cadere nei luoghi comuni.
Riportiamo qui di seguito il saluto di Power che per guadagnarsi da vivere realizza braccialetti e anelli con pezzi di anemone di mare che trova sulla spiaggia. "E' autentico" - ci dice - "non made in Cina". E questa arte l'ha imparata dalla nonna.
Nel salutare ricorda l'importanza del reciproco rispetto
Per molti parlare di Giamaica significa andare con il pensiero a una natura ancora incontaminata, a un mare trasparente e caldo dai colori che variano sulla gamma dell'azzurro e blu, oppura alla musica e alla proverbiale allegria del suo popolo.
Ma è davvero così?
Siamo andati a trovarli e abbiamo incontrato i loro drammi e la loro voglia di rispetto e dignità.
Abbiamo parlato con loro di sviluppo umano e si sono commossi, stringendo con noi una amicizia che sembra nata da vecchia data.
Abbiamo capito da loro che la cosa importante è avere sempre lo sguardo rivolto verso il cielo, mentre si cammina saldi con i piedi piantati a terra.
Un po' alla volta vorremmo tracciare qui qualche spunto di riflessione. Così, tanto per non cadere nei luoghi comuni.
Riportiamo qui di seguito il saluto di Power che per guadagnarsi da vivere realizza braccialetti e anelli con pezzi di anemone di mare che trova sulla spiaggia. "E' autentico" - ci dice - "non made in Cina". E questa arte l'ha imparata dalla nonna.
domenica 13 marzo 2016
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