Il
consumo di risorse del pianeta è avvenuto in modo molto sbilanciato:
attualmente 805 milioni di persone (dati FAO 2012-2014) sono
sotto-alimentate mentre più di 1 miliardo sono sovrappeso o addirittura
obese.
E, invece, i Paesi ricchi si accaparrano la terra e l’acqua dei Paesi più svantaggiati.
Potremmo salvare il pianeta e garantire il benessere di tutta la popolazione umana cambiando dieta, stile di vita e combattendo le disuguaglianze. Anche la produzione di biomasse per biocombustibili concorre all’accaparramento di terre e acqua e sottrae cibo e acqua alle popolazioni locali.
E, invece, i Paesi ricchi si accaparrano la terra e l’acqua dei Paesi più svantaggiati.
Potremmo salvare il pianeta e garantire il benessere di tutta la popolazione umana cambiando dieta, stile di vita e combattendo le disuguaglianze. Anche la produzione di biomasse per biocombustibili concorre all’accaparramento di terre e acqua e sottrae cibo e acqua alle popolazioni locali.
Da
quando si è scoperto che i biocombustibili sono il sostituto più
economico del petrolio, è iniziata la corsa alle piantagioni di cereali e
canna da zucchero per fare etanolo e di palma e altre piante oleose (ad
es. Jatropha curcas) per il biodiesel.
l’Unione Europea per il 2020 ha fissato un obiettivo del 10% di rinnovabili sul totale dei carburanti impiegati in mobilità ma la maggior parte dei biocombustibili vengono prodotti da piantagioni coltivate altrove.
CONTRADDIZIONE ECOLOGICA
Ricercatori dell’Università di Leeds hanno calcolato che conviene riforestare invece di produrre biocarburanti. In 30 anni si ridurrebbero le emissioni di CO2 da 2 a 9 volte.
l’Unione Europea per il 2020 ha fissato un obiettivo del 10% di rinnovabili sul totale dei carburanti impiegati in mobilità ma la maggior parte dei biocombustibili vengono prodotti da piantagioni coltivate altrove.
CONTRADDIZIONE ECOLOGICA
Ricercatori dell’Università di Leeds hanno calcolato che conviene riforestare invece di produrre biocarburanti. In 30 anni si ridurrebbero le emissioni di CO2 da 2 a 9 volte.
Con
la terra necessaria per fare il pieno a un’auto familiare si potrebbe
sfamare un bambino per 200 giorni. Una delle zone più vulnerabili ai
cambiamenti climatici in atto è il Sahel. Se viene praticata agricoltura
intensiva (in seguito al land grab) il suolo andrà incontro a
desertificazione compromettendo il futuro delle popolazioni locali.
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